I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) sono dispositivi da usare per proteggersi dai rischi che si presentano durante il lavoro.
SECURITY CENTRE
Elenco normative
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Elenco normative
introduzione generale delle normative sui dpi
REGOLAMENTO UE 2016/425
COSA SONO I DPI
QUANDO SI DEVONO USARE I DPI
Quando rimane un rischio che non si è riusciti ad eliminare con altri sistemi tecnici o con una diversa organizzazione o metodologia di lavoro.
COSA DEVE FARE IL LAVORATORE
Partecipare ai corsi di formazione e addestramento predisposti dal datore di lavoro. Usare correttamente i DPI, come da informazione, formazione e addestramento ricevuti. Avere cure dei DPI messi a disposizione senza apportarne modifiche e segnalando al datore di lavoro, dirigente o preposto, eventuali carenze o inconvenienti.
COME SI SUDDIVIDONO I DPI
In 3 categorie di rischio da cui i DPI sono destinati a proteggere gli utilizzatori:
Categoria I - rischi minimi
Categoria II - rischi diversi da quelli elencati nelle categorie I e III
Categoria III - rischi che possono causare conseguenze molto gravi quali morte o danni irreversibili alla salute
Categoria I - rischi minimi
Categoria II - rischi diversi da quelli elencati nelle categorie I e III
Categoria III - rischi che possono causare conseguenze molto gravi quali morte o danni irreversibili alla salute
MARCATURA CE DEI DPI
I DPI riportano una marcatura mediante la quale i fabbricanti indicano che i loro prodotti sono conformi ai requisiti applicabili stabiliti dal Regolamento 2016/425 UE. La marcatura può variare in funzione della categoria e del tipo di DPI oltre a riportare una eventuale marcatura prestazionale secondo quanto previsto dalle norme tecniche armonizzate.
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ UE
È il documento con il quale si attesta il rispetto dei requisiti essenziali di salute e di sicurezza applicabili di cui all’allegato II del regolamento 2016/425. Il fabbricante fornisce la dichiarazione di conformità UE con il DPI o include nelle istruzioni e nelle informazioni di cui sopra l’indirizzo internet dove è possibile accedere alla dichiarazione di conformità UE.
PRINCIPALI DIFFERENZE / NOVITA’ RISPETTO ALLA DIRETTIVA 89/686/CEE
- Non è più una Direttiva ma un Regolamento, cioè una forma che rende le regole obbligatorie per tutti gli Stati membri dell’Unione Europea senza necessità di recepimento, evitando difformità tra Stato e Stato;
- Viene introdotta la scadenza di 5 anni dalla data di emissione per i certificati di esame UE di tipo (modulo B), salvo che non scadano prima di tale data o le norme armonizzate cui si riferiscono vengano revisionate;
- In caso di rinnovo del certificato di esame UE di tipo (modulo B), il fabbricante presenta la propria domanda non più di 12 mesi e non meno di 6 mesi prima della sua data di scadenza. Se il DPI non ha subito modifiche o non ci sono stati aggiornamenti normativi, si utilizzerà una procedura di riesame semplificata;
- Nella nota informativa d’uso dovrà essere indicato l’indirizzo internet dove è possibile accedere alla dichiarazione di conformità UE, a meno che essa non accompagni i DPI;
- Il fabbricante assicura che sui DPI immessi sul mercato sia apposto un numero di tipo, di lotto o di serie;
- Le categorie di rischio dei DPI (I, II, III) sono elencate nell’allegato I
- Alcuni DPI passano dalla II alla III categoria, ad esempio: DPI contro tagli da sega a catena portatili;
- Cambiano alcuni termini: Certificato UE, dichiarazione di conformità UE
- Viene introdotta la scadenza di 5 anni dalla data di emissione per i certificati di esame UE di tipo (modulo B), salvo che non scadano prima di tale data o le norme armonizzate cui si riferiscono vengano revisionate;
- In caso di rinnovo del certificato di esame UE di tipo (modulo B), il fabbricante presenta la propria domanda non più di 12 mesi e non meno di 6 mesi prima della sua data di scadenza. Se il DPI non ha subito modifiche o non ci sono stati aggiornamenti normativi, si utilizzerà una procedura di riesame semplificata;
- Nella nota informativa d’uso dovrà essere indicato l’indirizzo internet dove è possibile accedere alla dichiarazione di conformità UE, a meno che essa non accompagni i DPI;
- Il fabbricante assicura che sui DPI immessi sul mercato sia apposto un numero di tipo, di lotto o di serie;
- Le categorie di rischio dei DPI (I, II, III) sono elencate nell’allegato I
- Alcuni DPI passano dalla II alla III categoria, ad esempio: DPI contro tagli da sega a catena portatili;
- Cambiano alcuni termini: Certificato UE, dichiarazione di conformità UE
CHI SCEGLIE I DPI E COMPETENZE
Il datore di lavoro, dopo aver sentito il RSPP ed il medico competente. Chi, in ultima analisi, sceglie i DPI, oltre a conoscere i risultati della valutazione dei rischi è anche in grado di utilizzare il contenuto delle norme armonizzate che determinano i requisiti prestazionali, oltre che di salute e sicurezza, del dispositivo scelto. Le informazioni contenute nelle pagine specifiche di prodotto tengono conto di questo prerequisito.
COME SI SCELGONO I DPI
Confrontando le informazioni e le norme d’uso fornite dal fabbricante con le caratteristiche dei DPI necessarie per proteggere dai rischi, che non possono essere evitati con altri mezzi, dopo averne effettuato l’analisi e la valutazione.
FORMAZIONE E MANUTENZIONE
Una formazione specifica deve essere assicurata per tutti i DPI e, se necessario, un addestramento adeguata. Questo addestramento è indispensabile per i DPI di III categoria; inoltre, ogni DPI deve essere mantenuto in efficienza secondo le istruzioni d’uso e le procedure aziendali, ed in particolare alcuni DPI richiedono un registro delle verifiche periodiche (respirazione, anticaduta).
Queste verifiche possono essere svolte o in azienda o presso un operatore esterno da personale adeguatamente qualificato e con l’attrezzatura appropriata secondo quanto previsto dal fabbricante o da specifiche norme tecniche.
Queste verifiche possono essere svolte o in azienda o presso un operatore esterno da personale adeguatamente qualificato e con l’attrezzatura appropriata secondo quanto previsto dal fabbricante o da specifiche norme tecniche.
ISTRUZIONI DEL FABBRICANTE
Sono il documento di identità del DPI e devono contenere tutti gli elementi necessari per l’identificazione, compreso l’indirizzo, l’uso corretto, la manutenzione e conservazione e devono essere redatte in italiano. Vista l’importanza di questo documento si deve:
• leggere attentamente il contenuto assimilandone il significato
• verificare la coerenza tra le prestazioni del DPI e il rischio dai quali ci si deve proteggere
• archiviarlo in maniera controllata come se fosse un’istruzione per l’uso
• leggere attentamente il contenuto assimilandone il significato
• verificare la coerenza tra le prestazioni del DPI e il rischio dai quali ci si deve proteggere
• archiviarlo in maniera controllata come se fosse un’istruzione per l’uso
PERIODO DI TRANSIZIONE DALLA VECCHIA DIRETTIVA 89/686 CEE AL NUOVO REGOLAMENTO (UE) 2016/425
20 aprile 2016:
Entrata in vigore del nuovo Regolamento
21 aprile 2018:
Inizio applicazione del nuovo Regolamento
21 aprile 2019:
Termine per l’immissione sul mercato dei prodotti conformi alla vecchia Direttiva
<< Art. 47.1... gli Stati membri non ostacolano la messa a disposizione sul mercato dei prodotti contemplati dalla Direttiva 89/686/CEE conformi a tale direttiva e immessi sul mercato anteriormente al 21 aprile 2019. >>
21 aprile 2023:
Termine di validità per il fabbricante degli attestati CE rilasciati secondo la vecchia Direttiva
<< Art. 47.2 Gli attestati di certificazione CE e le approvazioni rilasciati a norma della Direttiva 89/686/CEE rimangono validi fi no al 21 aprile 2023, salvo che non scadano prima di tale data. >>
Entrata in vigore del nuovo Regolamento
21 aprile 2018:
Inizio applicazione del nuovo Regolamento
21 aprile 2019:
Termine per l’immissione sul mercato dei prodotti conformi alla vecchia Direttiva
<< Art. 47.1... gli Stati membri non ostacolano la messa a disposizione sul mercato dei prodotti contemplati dalla Direttiva 89/686/CEE conformi a tale direttiva e immessi sul mercato anteriormente al 21 aprile 2019. >>
21 aprile 2023:
Termine di validità per il fabbricante degli attestati CE rilasciati secondo la vecchia Direttiva
<< Art. 47.2 Gli attestati di certificazione CE e le approvazioni rilasciati a norma della Direttiva 89/686/CEE rimangono validi fi no al 21 aprile 2023, salvo che non scadano prima di tale data. >>
Protezioni del capo
EN397 - ELMETTO DI PROTEZIONE PER LE INDUSTRIE
Questa norma per la marcatura prevede:
• il numero della presente norma europea
• il nome o la marca del fabbricante
• l’anno e il trimestre di fabbricazione
• il tipo di elmetto (indicazione del costruttore)
• la taglia/grandezza (in cm)
Indicazioni complementari, quali le istruzioni o raccomandazioni di regolazione, montaggio, uso, lavaggio, disinfezione, manutenzione e stoccaggio, sono specificate nella nota informativa.
• il numero della presente norma europea
• il nome o la marca del fabbricante
• l’anno e il trimestre di fabbricazione
• il tipo di elmetto (indicazione del costruttore)
• la taglia/grandezza (in cm)
Indicazioni complementari, quali le istruzioni o raccomandazioni di regolazione, montaggio, uso, lavaggio, disinfezione, manutenzione e stoccaggio, sono specificate nella nota informativa.
EN 812 - CASCO ANTIURTO
Norma relativa a protezioni per la testa atti a proteggerla da lacerazioni o altre ferite superficiali. Questi dispositivi sono prevalentemente destinati a utilizzatori che lavorano in ambienti interni (non devono in nessun caso sostituire un elmetto di protezione per l’industria, regolato dalla norma EN397).
EN 443 - CASCHI PER VIGILI DEL FUOCO
Questa norma specifica le caratteristiche richieste agli elmetti di protezione utilizzati per i servizi di soccorso e per la lotta contro gli incendi e determina i metodi di prova che permettono di verificare queste caratteristiche.
EN 50365 - ELMETTI ISOLANTI
Questa norma specifica le caratteristiche richieste agli elmetti destinati ad essere utilizzati in ambienti in cui vi è la possibilità di contatto con un elevato potenziale di tensione elettrica (fino a 1.000 V). Questo standard supera i requisiti delle prove facoltative di resistenza elettrica a norma EN397 e EN812 e i requisiti elettrici del EN443. Utilizzati insieme ad altri dispositivi elettricamente isolanti, proteggono i lavoratori dalle correnti pericolose.
protezioni acustiche
DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 - TITOLO VIII: AGENTI FISICI CAPO II - I RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE
La presente Direttiva stabilisce prescrizioni minime di protezione dei lavoratori contro i rischi per la loro salute e sicurezza che derivano, o possono derivare, dall’esposizione al rumore e stabilisce i parametri fisici utilizzati quali indicatori del rischio.
SINTESI DELLE SPECIFICHE DELLA UNI EN 352:
EN352/1: cuffie auricolari
EN352/2: inserti auricolari
EN352/3: cuffie per elmetto
EN352/4: cuffie elettroniche
EN352/5: Cuffie con controllo attivo della riduzione del rumore
EN352/6: Cuffie con comunicazione audio
EN352/7: Inserti con attenuazione in funzione del livello sonoro
EN352/8: Cuffie con possibilità di ascolto audio non legato al lavoro
EN352/2: inserti auricolari
EN352/3: cuffie per elmetto
EN352/4: cuffie elettroniche
EN352/5: Cuffie con controllo attivo della riduzione del rumore
EN352/6: Cuffie con comunicazione audio
EN352/7: Inserti con attenuazione in funzione del livello sonoro
EN352/8: Cuffie con possibilità di ascolto audio non legato al lavoro
OBBLIGHI PER IL DATORE DI LAVORO
• Livello di esposizione quotidiana >80dB(A): fornitura dei dispositivi di protezione auricolare (utilizzo volontario), addestramento all’uso corretto, formazione sui rischi legati al rumore.
• Livello di esposizione quotidiana >85dB(A): fornitura dei dispositivi di protezione auricolare (obbligo di utilizzo), addestramento all’uso corretto, formazione sui rischi legati al rumore, segnalare le aree rumorose con segnaletica idonea.
• Livello di esposizione quotidiana >87dB(A): massimo livello di rumore consentito nell’ambiente lavorativo indossando i dispositivi di protezione.
• Livello di esposizione quotidiana >85dB(A): fornitura dei dispositivi di protezione auricolare (obbligo di utilizzo), addestramento all’uso corretto, formazione sui rischi legati al rumore, segnalare le aree rumorose con segnaletica idonea.
• Livello di esposizione quotidiana >87dB(A): massimo livello di rumore consentito nell’ambiente lavorativo indossando i dispositivi di protezione.
CALCOLO DELL’ABBATTIMENTO
Il metodo più semplice è il metodo SNR (Single Number Rating). Ma che cosa è il Single Number Rating? “Esprime con un solo valore, in dB, l’attenuazione sonora semplificata (Simplifi ed Noise Reduction) del DPI; il fabbricante ricava questo valore dai valori in banda d’ottava. L’attenuazione deve essere tale da non generare una protezione insufficiente o, viceversa, una iperprotezione; lo spettro di attenuazione dovrebbe essere scelto in funzione dello spettro del rumore da cui proteggere e delle modalità di espletamento del lavoro”.
ESEMPIO DI CALCOLO DELL’ABBATTIMENTO
• Livello di rumore misurato nell’ambiente di lavoro: 100 dB(A)
• Livello di rumore attenuato dall’otoprotettore SNR:
(VALORE DICHIARATO DAL FABBRICANTE 35 dB - LIVELLO DI RUMORE = 100 - 35 = 65 dB(A)
• Livello di rumore attenuato dall’otoprotettore SNR:
(VALORE DICHIARATO DAL FABBRICANTE 35 dB - LIVELLO DI RUMORE = 100 - 35 = 65 dB(A)
Occhiali e visiere di sicurezza
NORME TECNICHE
EN165: Terminologia
EN166: Requisiti dei DPI - specifiche
EN167: Collaudi ottici
EN168: Collaudi non ottici
EN169: Filtri per saldatura e tecniche simili. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato
EN170: Filtri di raggi ultravioletti. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato
EN171: Filtri di raggi infrarossi. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato
EN172: Filtri solari per uso industriale
EN175: Protezione durante le operazioni di saldatura o processi similari
EN207: Filtri e protezione degli occhi contro i raggi laser
EN208: Occhiali per lavori di aggiustamento a laser
EN379: Protezione personale degli occhi - Specifiche per filtri di saldatura che per filtri di saldatura
automatici
EN1731: Protezione personale degli occhi - Protettori degli occhi e del viso a rete
EN166: Requisiti dei DPI - specifiche
EN167: Collaudi ottici
EN168: Collaudi non ottici
EN169: Filtri per saldatura e tecniche simili. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato
EN170: Filtri di raggi ultravioletti. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato
EN171: Filtri di raggi infrarossi. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato
EN172: Filtri solari per uso industriale
EN175: Protezione durante le operazioni di saldatura o processi similari
EN207: Filtri e protezione degli occhi contro i raggi laser
EN208: Occhiali per lavori di aggiustamento a laser
EN379: Protezione personale degli occhi - Specifiche per filtri di saldatura che per filtri di saldatura
automatici
EN1731: Protezione personale degli occhi - Protettori degli occhi e del viso a rete
protezioni vie respiratorie
RIFERIMENTI LEGISLATIVI
I mezzi di protezione delle vie respiratorie sono destinati all’impiego in situazioni pericolose e sono perciò classificati nella 3° Categoria (rischi che possono causare conseguenze molto gravi quali morte o danni alla salute irreversibili). Qualsiasi respiratore venga impiegato deve essere conforme alle norme europee EN. Le principali norme EN di riferimento sono:
EN149+A1: Facciali filtranti antipolvere
EN405: Semimaschere filtranti
EN140: Semimaschere
EN136: Maschere intere
EN143+A1: Filtri antipolvere
EN148: Raccordo filettato per maschere
EN14387: Filtri antigas e combinati
EN137: Autorespiratori ad aria compressa a circuito aperto e maschera a pieno facciale
EN138: Respiratori a presa d’aria esterna per l’uso con maschera intera
EN12941: Dispositivi filtranti a respirazione assistita che integrano caschi o cappucci
EN12942: Apparecchi filtranti a respirazione assistita completi di maschere intere, semimaschere o quarti di maschera
EN1146: Autorespiratori ad aria compressa a circuito aperto con cappucci per evacuazione
EN149+A1: Facciali filtranti antipolvere
EN405: Semimaschere filtranti
EN140: Semimaschere
EN136: Maschere intere
EN143+A1: Filtri antipolvere
EN148: Raccordo filettato per maschere
EN14387: Filtri antigas e combinati
EN137: Autorespiratori ad aria compressa a circuito aperto e maschera a pieno facciale
EN138: Respiratori a presa d’aria esterna per l’uso con maschera intera
EN12941: Dispositivi filtranti a respirazione assistita che integrano caschi o cappucci
EN12942: Apparecchi filtranti a respirazione assistita completi di maschere intere, semimaschere o quarti di maschera
EN1146: Autorespiratori ad aria compressa a circuito aperto con cappucci per evacuazione
CLASSIFICAZIONE DEI RESPIRATORI ANTIPOLVERE, EFFICIENZA FILTRANTE
• FFP1 - P1: facciale filtrante antipolvere di classe 1, efficienza filtrante minima a respiratore indossato 78%
• FFP2 - P2: facciale filtrante antipolvere di classe 2, efficienza filtrante minima a respiratore indossato 92%
• FFP3 - P3: facciale filtrante antipolvere di classe 3, efficienza filtrante minima a respiratore indossato 98%
• FFP2 - P2: facciale filtrante antipolvere di classe 2, efficienza filtrante minima a respiratore indossato 92%
• FFP3 - P3: facciale filtrante antipolvere di classe 3, efficienza filtrante minima a respiratore indossato 98%
FFP1: livello di protezione fino a 4 volte il TLV
FFP2: livello di protezione fino a 10 volte il TLV
FFP3: livello di protezione fino a 50 volte il TLV
FFP2: livello di protezione fino a 10 volte il TLV
FFP3: livello di protezione fino a 50 volte il TLV
T.L.V.: Valore Limite di Soglia, è la concentrazione media su una giornata di otto ore lavorative e su 40 ore settimanali, alla quale il lavoratore può essere esposto senza effetti negativi sulla salute.
DURATA DEL RESPIRATORE ANTIPOLVERE
La durata del respiratore antipolvere è determinata da due fattori:
• Intasamento del filtro: il lavoratore percepisce un marcato aumento nella resistenza respiratoria
• Decadimento della tenuta al volto: a seguito dell’uso il respiratore tende a perdere la perfetta tenuta al volto, questo comporta una perdita dai bordi.
(Quest’ultimo fattore è valido solo per i facciali filtranti usa e getta e NON per semimaschere e maschere a pieno facciale, per le quali l’unico fattore che determina la durata è l’intasamento del filtro)
• Intasamento del filtro: il lavoratore percepisce un marcato aumento nella resistenza respiratoria
• Decadimento della tenuta al volto: a seguito dell’uso il respiratore tende a perdere la perfetta tenuta al volto, questo comporta una perdita dai bordi.
(Quest’ultimo fattore è valido solo per i facciali filtranti usa e getta e NON per semimaschere e maschere a pieno facciale, per le quali l’unico fattore che determina la durata è l’intasamento del filtro)
CLASSIFICAZIONE PER CAPACITÀ
CLASSE 1: Bassa capacità - efficienza filtrante fino a 1000 particelle per metro cubo (ppm)
CLASSE 2: Media capacità - efficienza filtrante fino a 5000 particelle per metro cubo (ppm)
CLASSE 3: Alta capacità - efficienza filtrante fino a 10000 particelle per metro cubo (ppm)
Le Classi si differenziano per la capacità, cioè per la quantità di contaminante che il filtro è in grado di assorbire e quindi la Durata.
L’efficienza filtrante è sempre al 100%.
CLASSE 2: Media capacità - efficienza filtrante fino a 5000 particelle per metro cubo (ppm)
CLASSE 3: Alta capacità - efficienza filtrante fino a 10000 particelle per metro cubo (ppm)
Le Classi si differenziano per la capacità, cioè per la quantità di contaminante che il filtro è in grado di assorbire e quindi la Durata.
L’efficienza filtrante è sempre al 100%.
DURATA DEI FILTRI ANTIGAS
La durata di un filtro dipende da molti fattori fra i quali: natura e concentrazione del contaminante, umidità, temperatura e flusso respiratorio. Di conseguenza al numero e tipologie di varianti, non è possibile stabilire una durata teorica di un filtro. Il filtro va sostituito quando l’utilizzatore avverte l’odore o il sapore del contaminante; ciò avviene quando il carbone attivo è saturo e ha quindi esaurito la sua capacità di assorbimento.
NB: i respiratori a filtro vanno utilizzati per sostanze con soglia olfattiva inferiore al T.L.V. affinché sia possibile da parte dell’utilizzatore avvertire l’esaurimento del filtro prima che abbia inalato quantità a rischio della sostanza stessa.
NB: i respiratori a filtro vanno utilizzati per sostanze con soglia olfattiva inferiore al T.L.V. affinché sia possibile da parte dell’utilizzatore avvertire l’esaurimento del filtro prima che abbia inalato quantità a rischio della sostanza stessa.
GUANTI PROTETTIVI
NORMA EN420:2003+A1:2009: REQUISITI GENERALI PER I GUANTI PROTETTIVI
Questa norma definisce i requisiti generali per il disegno del guanto e la sua costruzione, innocuità, comfort, efficienza e marcatura, nonché le informazioni applicabili a tutti i guanti di protezione. La norma è applicabile anche alle protezioni per le braccia. I livelli di prestazione mostrano i valori ottenuti dal guanto in un test specifico, e i risultati in base ai quali eseguire la valutazione. Il livello 0 indica che il guanto ha fatto registrare un livello di prestazione inferiore al minimo. Valori più alti indicano livelli più alti di prestazione. Un livello di prestazione X indica che il guanto non è stato testato.
NORMA EN388:2016: RISCHI MECCANICI
Sintesi dei principali cambiamenti:
• Abrasione: nuova carta abrasiva utilizzata nelle prove
• Taglio: nuova procedura per il Coup Test, in grado anche di determinare se si verifica un effetto di riduzione dell’affilatura della lama. Se si verifica una riduzione dell’affilatura della lama, il metodo di test EN ISO 13997 diventa il riferimento mentre il coup test resta solo indicativo.
• Impatto: metodo di prova per le zone dichiarate di protezione contro gli impatti. “P” per superato, nessun codice in caso di prova fallita.
• Abrasione: nuova carta abrasiva utilizzata nelle prove
• Taglio: nuova procedura per il Coup Test, in grado anche di determinare se si verifica un effetto di riduzione dell’affilatura della lama. Se si verifica una riduzione dell’affilatura della lama, il metodo di test EN ISO 13997 diventa il riferimento mentre il coup test resta solo indicativo.
• Impatto: metodo di prova per le zone dichiarate di protezione contro gli impatti. “P” per superato, nessun codice in caso di prova fallita.
NORMA EN16778:2016: MISURARE LA DIMETILFORMAMMIDE (DMF O DMFA) NEI GUANTI
La dimetilformammide, nota anche come DMF, DMFa o DMFo, è un solvente volatile pericoloso per inalazione e che può penetrare la pelle. Al momento non esiste alcuna guida normativa specifica riguardante l’esposizione del contatto dermico. La norma EN 16778 definisce un metodo di prova armonizzato (NON si tratta di un requisito né di un limite) per misurare il contenuto di DMFa nel materiale che costituisce il guanto.
NORME EN ISO374:2016 / EN16523-1:2015: RISCHI CHIMICI E CONTAMINAZIONE BATTERIOLOGICA
Guanti di protezione chimica
Il pittogramma “resistente alle sostanze chimiche”, sul guanto, deve essere accompagnato da un codice a lettere per i guanti di tipo A e B. I guanti di tipo C sono marcati senza codice a lettere. Le lettere del codice si riferiscono a un elenco di sostanze chimiche definite dalla norma. Il tempo minimo di permeazione per un guanto di tipo C è di 10 minuti per una sostanza chimica, per uno di tipo B è di 30 minuti per almeno 3 sostanze chimiche, e per il tipo A è di 30 minuti per almeno 6 sostanze chimiche nell’elenco.
Il pittogramma “resistente alle sostanze chimiche”, sul guanto, deve essere accompagnato da un codice a lettere per i guanti di tipo A e B. I guanti di tipo C sono marcati senza codice a lettere. Le lettere del codice si riferiscono a un elenco di sostanze chimiche definite dalla norma. Il tempo minimo di permeazione per un guanto di tipo C è di 10 minuti per una sostanza chimica, per uno di tipo B è di 30 minuti per almeno 3 sostanze chimiche, e per il tipo A è di 30 minuti per almeno 6 sostanze chimiche nell’elenco.
Sostanze chimiche sottoposte al Test
La tabella di permeazione chimica include ora 6 nuove categorie, classificate da M a T.
La tabella di permeazione chimica include ora 6 nuove categorie, classificate da M a T.
NORMA EN511: PROTEZIONE CONTRO IL FREDDO
A: resistenza al freddo convettivo
B: resistenza al freddo da contatto
C: impermeabile all’acqua
1= SI 0=NO
B: resistenza al freddo da contatto
C: impermeabile all’acqua
1= SI 0=NO
NORMA EN ISO374/5: PROTEZIONE CONTRO I MICROORGANISMI
Il pittogramma riguardava, in precedenza, batteri e funghi. La nuova norma impone un nuovo test di penetrazione virale (ISO16604:2004). Se il guanto supera questo ulteriore test, viene aggiunta la parola “VIRUS” sotto il pittogramma.
NORMA EN421: PROTEZIONE CONTRO LA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA
Specifica requisiti e metodi di prova per i guanti destinati alla protezione dalla contaminazione radioattiva.
NORMA EN421: PROTEZIONE CONTRO RADIAZIONI IONIZZANTI
Il guanto deve superare la prova d’impermeabilità e subire certe prove specifiche secondo il suo utilizzo.
NORMA EN407: PROTEZIONE CONTRO CALORE E/O FUOCO
A: resistenza alla fiamma
B: resistenza al calore da contatto
C: resistenza al calore convettivo
D: resistenza al calore radiante
E: resistenza a piccole proiezioni di metallo liquido
F: resistenza a grosse proiezioni di metallo fuso
B: resistenza al calore da contatto
C: resistenza al calore convettivo
D: resistenza al calore radiante
E: resistenza a piccole proiezioni di metallo liquido
F: resistenza a grosse proiezioni di metallo fuso
NORMA EN60903:2003: LAVORI SOTTO TENSIONE / ISOLAMENTO ELETTRICO
La norma si applica ai guanti progettati per proteggere da scosse elettriche durante l’esecuzione di lavori sotto tensione. I guanti isolanti in gomma dovrebbero essere normalmente utilizzati con guanti di protezione in pelle, che vengono indossati sopra i guanti isolanti per conferire protezione meccanica.
NORMA EN12477:2001: PROTEZIONE CONTRO LA SALDATURA
Questa norma si applica ai guanti protettivi da utilizzare per saldatura manuale, taglio e processi connessi.
SISTEMI ANTICADUTA
UNI 11158 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto - Sistemi di arresto caduta - Guida per la selezione e l'uso
La norma ha lo scopo di fornire linee guida per l’individuazione e l’uso dei dispositivi di protezione individuale destinati a proteggere l’utilizzatore contro le cadute dall’alto, da utilizzarsi eventualmente combinati tra di loro per formare i "sistemi di arresto caduta".
EN 341 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto. Dispositivi di discesa
Nella norma sono specificati i requisiti, i metodi di prova, la marcatura e le istruzioni per l'utilizzo dei dispositivi di discesa che devono essere utilizzati congiuntamente ai dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto.
EN 353-1 Ritirata dalle norme armonizzate riconosciute dall’UE Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto: Dispositivi di caduta di tipo guidato comprendenti una linea di ancoraggio rigida.
Nella norma sono specificati i requisiti, i metodi di prova, la marcatura, le informazioni che devono essere fornite dal fabbricante e le modalità di imballaggio per i dispositivi anticaduta di tipo guidato comprendenti una linea di ancoraggio rigida
EN 353-2 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto: Dispositivi di caduta di tipo guidato comprendenti una linea di ancoraggio flessibile.
Nella norma sono specificati i requisiti, i metodi di prova, la marcatura, le informazioni che devono essere fornite dal fabbricante e le modalità di imballaggio per i dispositivi anticaduta di tipo guidato comprendenti una linea di ancoraggio flessibile.
EN 354 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto - Cordini
Nella norma sono specificati i requisiti, i metodi di prova, la marcatura e le istruzioni per l'utilizzo, la marcatura e le modalità di imballaggio per i cordini di tipo fisso e regolabile.
EN 355 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto – Assorbitori di energia
Nella norma sono specificati i requisiti, i metodi di prova, la marcatura e le istruzioni per l'utilizzo, la marcatura e le modalità di imballaggio per gli assorbitori di energia.
EN 358 Dispositivi di protezione individuale per il posizionamento sul lavoro e la prevenzione delle cadute dall'alto - Cinture di posizionamento sul lavoro e di trattenuta e cordini di posizionamento sul lavoro
La norma riguarda cinture e cordini destinati al posizionamento sul lavoro o alla trattenuta. Essa specifica i requisiti, le prove, la marcatura e le informazioni fornite dal fabbricante.
EN 360 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto – Dispositivi anticaduta di tipo retrattile
Nella norma sono specificati i requisiti, i metodi di prova, la marcatura e le istruzioni per l'utilizzo, la marcatura e le modalità di imballaggio per i dispositivi anticaduta di tipo retrattile.
EN 361 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto - Imbracature per il corpo
Nella norma sono specificati i requisiti, i metodi di prova, la marcatura e le istruzioni per l'utilizzo, la marcatura e le modalità di imballaggio per le imbracature per il corpo.
EN 362 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto - Connettori
Nella norma sono specificati i requisiti, i metodi di prova, la marcatura e le istruzioni per l'utilizzo, la marcatura per i connettori.
EN 363 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto - Sistemi di arresto caduta
Nella norma sono specificati la terminologia e i requisiti generali per i sistemi di arresto della caduta che servono da DPI.
EN 364 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto. Metodi di prova.
Nella norma sono specificati i metodi di prova per i materiali, i componenti e i sistemi relativi ai dispositivi di protezione anticaduta. In particolare, sono indicate:
• le apparecchiature da utilizzare per le prove statiche e i relativi metodi;
• le apparecchiature per le prove dinamiche, torso di prova compreso;
• i metodi per le prove di prestazione dinamica e di resistenza dinamica sia dei componenti che dei sistemi;
• le prove di corrosione per i componenti metallici;
• le apparecchiature che si devono utilizzare e i metodi per le prove di condizionamento e per le prove di durata.
Nella norma sono inoltre presenti le raccomandazioni per la programmazione delle prove.
• le apparecchiature da utilizzare per le prove statiche e i relativi metodi;
• le apparecchiature per le prove dinamiche, torso di prova compreso;
• i metodi per le prove di prestazione dinamica e di resistenza dinamica sia dei componenti che dei sistemi;
• le prove di corrosione per i componenti metallici;
• le apparecchiature che si devono utilizzare e i metodi per le prove di condizionamento e per le prove di durata.
Nella norma sono inoltre presenti le raccomandazioni per la programmazione delle prove.
EN 365 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto
Nella norma sono specificati i requisiti generali per le istruzioni per l'uso, la manutenzione, l'ispezione periodica, la riparazione, la marcatura e l'imballaggio dei dispositivi contro le cadute dall'alto.
EN 516 Accessori prefabbricati per coperture: Installazioni per l’accesso al tetto - Passerelle, piani di camminamento e scalini posa piede
La norma specifica le dimensioni essenziali, i materiali da impiegare, i requisiti relativi alla capacità di sopportare i carichi e l’estensione delle prove di passerelle, piani di camminamento e scalini posa piede.
EN 517 Accessori prefabbricati per coperture: Ganci di sicurezza da tetto
La norma specifica le dimensioni essenziali, i materiali da impiegare, i requisiti relativi alla capacità di sopportare i carichi e l’estensione delle prove dei ganci di sicurezza da tetto.
EN 795 Protezione contro le cadute dall'alto - Dispositivi di ancoraggio
Nella norma sono specificati i requisiti, i metodi di prova e le istruzioni per l'utilizzo e la marcatura di dispositivi di ancoraggio progettati esclusivamente per l'uso con DPI contro le cadute dall'alto.
EN 813 Dispositivi di protezione individuale per la prevenzione delle cadute dall'alto - Cinture con cosciali
EN 12841 Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute - Sistemi di accesso con fune - Dispositivi di regolazione della fune
EN 13921 Dispositivi di protezione individuale - Principi ergonomici
EN 1496 Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute - Dispositivi di sollevamento per salvataggio
EN 1497 Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute - Imbracature di Salvataggio
EN 1498 Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute - Cinghie di Salvataggio
EN 1891 Dispositivi di protezione individuale per la prevenzione delle cadute dall'alto - Corde con guaina a basso coefficiente di allungamento
Scale
EN 131-1: Terminologia, tipi, dimensioni funzionali
EN 131-2: Requisiti, prove, marcatura.
EN 131-3: Istruzioni per l'utilizzatore
EN 131-4: Scale trasformabili multi-posizione con cerniere
EN 12951: Scale permanentemente fissate per coperture
EN 131-2: Requisiti, prove, marcatura.
EN 131-3: Istruzioni per l'utilizzatore
EN 131-4: Scale trasformabili multi-posizione con cerniere
EN 12951: Scale permanentemente fissate per coperture
indumenti protettivi
EN ISO 13688 Indumenti di protezione. Requisiti generali
È la norma che specifica i requisiti prestazionali generali per ergonomia, innocuità, designazione delle taglie, invecchiamento, compatibilità e marcatura degli indumenti di protezione e le informazioni che devono essere fornite dal fabbricante con l’indumento di protezione. La norma è prevista per essere utilizzata unitamente ad altre norme contenenti i requisiti prestazionali specifici.
EN342 Indumenti di protezione. Completi e capi di abbigliamento per la protezione contro il freddo
È la norma che specifica i requisiti ed i metodi di prova per le prestazioni d’insieme di completi di indumenti e di singoli capi di abbigliamento per la protezione contro il freddo a temperature inferiori ai -5° C (es. freddo estremo o celle frigorifere).
EN ISO 20471 Indumenti ad alta visibilità
È la norma che specifica i requisiti degli indumenti ad alta visibilità in grado di segnalare visivamente la presenza dell’utilizzatore. Gli indumenti ad alta visibilità sono destinati a fornire un’alta visibilità dell’utilizzatore visto dagli operatori di veicoli o di altri dispositivi meccanizzati in qualunque condizione di luce diurna o alla luce dei fari dei veicoli nell’oscurità. Sono inclusi i requisiti prestazionali relativi a colore e retro-riflessione così come alle aree minime e alla disposizione dei materiali negli indumenti di protezione.
Tale norma ha sostituito la EN 471:2003 + A1:2007 introducendo le seguenti novità:
• Elimina la distinzione tra uso professionale e non professionale
• Ha per oggetto l’analisi e la valutazione dei rischi per la scelta degli indumenti ad alta visibilità appropriati a situazioni ad alto rischio
• Mantiene il sistema di raggruppamento in tre classi per gli indumenti basato sulle aree minime di materiali ad alta visibilità: fluorescente e riflettente
Aree minime richieste di materiale visibile in m2
Tale norma ha sostituito la EN 471:2003 + A1:2007 introducendo le seguenti novità:
• Elimina la distinzione tra uso professionale e non professionale
• Ha per oggetto l’analisi e la valutazione dei rischi per la scelta degli indumenti ad alta visibilità appropriati a situazioni ad alto rischio
• Mantiene il sistema di raggruppamento in tre classi per gli indumenti basato sulle aree minime di materiali ad alta visibilità: fluorescente e riflettente
Aree minime richieste di materiale visibile in m2
• Esclude le bretelle poiché non possono essere certificate come conformi ai requisiti
• Esclude dal calcolo dell’area minima richiesta l’area coperta da simboli, loghi o scritte
• Prevede che il materiale di fondo (fluorescente) deve circondare tutte le parti rilevanti (torace, braccia e gambe) con una larghezza minima di 50 mm
• Dispone che a fianco del pittogramma deve essere riportato un solo numero indicante la classe del capo di abbigliamento
• Dispone che nelle informazioni per l’utilizzatore deve essere indicato il numero massimo di cicli di lavaggio
• Esclude dal calcolo dell’area minima richiesta l’area coperta da simboli, loghi o scritte
• Prevede che il materiale di fondo (fluorescente) deve circondare tutte le parti rilevanti (torace, braccia e gambe) con una larghezza minima di 50 mm
• Dispone che a fianco del pittogramma deve essere riportato un solo numero indicante la classe del capo di abbigliamento
• Dispone che nelle informazioni per l’utilizzatore deve essere indicato il numero massimo di cicli di lavaggio
EN343 Indumenti di protezione contro la pioggia
X = Resistenza alla penetrazione dell’acqua
X = Resistenza al vapore acqueo
E’ la norma che specifica i requisiti ed i metodi di prova applicabili ai materiali e alle cuciture di indumenti di protezione (es. pioggia, neve), della nebbia e dell’umidità del suolo.
Requisiti prestazionali: - Resistenza alla penetrazione dell’acqua (Wp) in Pascal (Pa): misura il livello d’impermeabilità del capo. Quando sottoposta a prova in conformità al punto 5.1 della norma EN 343, la resistenza alla penetrazione dell’acqua del materiale di rivestimento esterno unitamente ad un qualsiasi strato a tenuta d’acqua applicato dev’essere conforme al seguente prospetto (diviso in tre classi – da 1 a 3 – dal meno impermeabile al più impermeabile):
X = Resistenza al vapore acqueo
E’ la norma che specifica i requisiti ed i metodi di prova applicabili ai materiali e alle cuciture di indumenti di protezione (es. pioggia, neve), della nebbia e dell’umidità del suolo.
Requisiti prestazionali: - Resistenza alla penetrazione dell’acqua (Wp) in Pascal (Pa): misura il livello d’impermeabilità del capo. Quando sottoposta a prova in conformità al punto 5.1 della norma EN 343, la resistenza alla penetrazione dell’acqua del materiale di rivestimento esterno unitamente ad un qualsiasi strato a tenuta d’acqua applicato dev’essere conforme al seguente prospetto (diviso in tre classi – da 1 a 3 – dal meno impermeabile al più impermeabile):
Resistenza al vapore acqueo (Ret) in (m² .Pa)/Wp: misura il livello di traspirabilità del capo. Quando sottoposta a prova in conformità al punto 5.2 della norma EN 343, la resistenza al vapore acqueo di tutti gli strati del capo d’abbigliamento dev’essere conforme al seguente prospetto (diviso in tre classi – da 1 a 3 – dal meno impermeabile al più impermeabile):
EN381 Indumenti di protezione per utilizzatori di seghe a catena portatili
La normativa regola i capi di protezione per operatori con motoseghe a catena e differenzia a seconda del capo tra:
EN 381-5 Specifiche per protezione gambe
EN 381-7 Specifiche per guanti di protezione
EN 381-9 Specifiche per ghette di protezione
EN 381-11 Specifiche per giacche di protezione
EN 381-5 Specifiche per protezione gambe
EN 381-7 Specifiche per guanti di protezione
EN 381-9 Specifiche per ghette di protezione
EN 381-11 Specifiche per giacche di protezione
UNI EN 343:2019 - NORMA EUROPEA. Indumenti di protezione. Protezione contro la pioggia
La norma specifica i requisiti e i metodi di prova applicabili ai capi confezionati, ai materiali e alle cuciture di indumenti di protezione contro gli effetti delle precipitazioni (per esempio pioggia, neve), della nebbia e dell’umidità del suolo. La norma intende assicurare il livello di protezione adeguato sia per l’impermeabilità all’acqua sia per la trasmissione del vapore acqueo ed entrambe le classi sono riportate nell’etichetta.
UNI EN 14058:2018 - NORMA EUROPEA. Indumenti di protezione. Ambienti freddi
La norma specifica i requisiti e metodi di prova per la prestazione di singoli capi di abbigliamento per la protezione contro gli effetti degli ambienti freddi a -5°C. Questi effetti comprendono non solo le basse temperature dell’aria, ma anche l’umidità e la velocità dell’aria. Sono esclusi dalla norma, i completi per la protezione contro il freddo, le calzature, i guanti e i copricapi separati.
UNI EN 1149-5:2018 - NORMA EUROPEA. Indumenti di protezione. Proprietà elettrostatiche. Parte 5: requisiti prestazionali dei materiali e di progettazione
La norma specifica i requisiti del materiale e di progettazione per gli indumenti di protezione che dissipano le cariche elettrostatiche, utilizzati come parte di un sistema di messa a terra totale per evitare scariche che possano innescare incendi, dove l’energia minima di accensione di un’atmosfera esplosiva non è minore di 0,016 mJ. La norma non si applica ai guanti o alle calzature di protezione che dissipano le cariche elettrostatiche, che sono separati e non costituiscono parte integrante degli indumenti. I requisiti possono risultare insufficienti in atmosfere infiammabili arricchite di ossigeno. La norma non è applicabile per la protezione contro la tensione di rete.
UNI EN ISO 14116:2015 - NORMA EUROPEA. Indumenti di protezione. Protezione contro la fiamma Materiali, assemblaggi di materiale e indumenti a propagazione di fiamma limitata.
La norma specifica i requisiti prestazionali dei materiali, degli assemblaggi di materiale e degli indumenti di protezione a propagazione di fiamma limitata allo scopo di ridurre la possibilità che un indumento bruci, quando in contatto occasionale e breve con piccole fiamme, rappresentando in tal modo un pericolo esso stesso. Vengono inoltre specificati requisiti aggiuntivi per l’abbigliamento, inclusi requisiti di progettazione, requisiti meccanici, marcatura e informazioni fornite dal produttore. Quando è necessaria la protezione contro i rischi di calore, oltre alla protezione contro le fiamme, questa norma internazionale non è appropriata. In alternativa, devono essere utilizzati standard internazionali come ISO 11612.
Viene fornito un sistema di classificazione per materiali, assemblaggi di materia e indumenti testati secondo ISO 15025, Procedura A.
Le procedure sono divise in 3 indici. Livello per indicare il livello di prestazioni più basso.
Viene fornito un sistema di classificazione per materiali, assemblaggi di materia e indumenti testati secondo ISO 15025, Procedura A.
Le procedure sono divise in 3 indici. Livello per indicare il livello di prestazioni più basso.
UNI EN ISO 11612:2015 - NORMA EUROPEA. Indumenti di protezione. Indumenti per la protezione contro il calore e la fiamma Requisiti prestazionali minimi
La norma specifica i requisiti e i metodi di prova applicabili ai capi confezionati, ai materiali e alle cuciture di indumenti di protezione contro gli effetti delle precipitazioni (per esempio pioggia, neve), della nebbia e dell’umidità del suolo. La norma intende assicurare il livello di protezione adeguato sia per l’impermeabilità all’acqua sia per la trasmissione del vapore acqueo ed entrambe le classi sono riportate nell’etichetta.
UNI EN ISO 11611:2015 - NORMA EUROPEA. Indumenti di protezione. Indumenti di protezione utilizzati per la saldatura e i procedimenti connessi
La norma specifica i requisiti fondamentali minimi di sicurezza e i metodi di prova per indumenti di protezione compresi cappucci, grembiuli, maniche e ghette che sono progettati per proteggere il corpo del portatore compresa la testa (cappucci) ed i piedi (ghette) e che sono destinati ad essere indossati durante la saldatura e i procedimenti connessi che presentano rischi comparabili. Questo tipo di indumenti protettivi ha lo scopo di proteggere chi lo indossa da spruzzi (piccoli spruzzi di metallo fuso), brevi tempi di contatto con la fiamma, calore radiante proveniente da un impianto elettrico vengono utilizzati per i processi di saldatura e alleati e minimizza la possibilità di scosse elettriche da termine, contatto accidentale con conduttori elettrici sotto tensione a tensioni fino a circa 100 V d. c. in normali condizioni di saldatura. Sono previste 2 CLASSI di protezione. La Classe 1 si riferisce alla protezione contro le tecniche e le situazioni di saldatura meno pericolose, che producono i minori livelli di schizzi e calore radiante. La Classe 2 si riferisce alla protezione contro le tecniche e le situazioni di saldatura più pericolose, che producono i maggiori livelli di schizzi e calore radiante.
UNI EN ISO 20471:2017 - NORMA EUROPEA. Indumenti ad alta visibilità
La norma specifica i requisiti per gli indumenti ad alta visibilità in grado di segnalare visivamente la presenza dell’utilizzatore. Sono considerati due tipi di materiali: il materiale di fondo e il materiale retroriflettente. Il Materiale di fondo è fluorescente e può essere di colore giallo, arancio oppure rosso. Il materiale retroriflettente può essere cucito oppure termofissato sull’indumento. Le aree visibili di questi due materiali definiscono la classe dell’indumento.
UNI EN 13034:2009 - NORMA EUROPEA. Indumenti di protezione contro agenti chimici liquidi. Protezione limitata contro agenti chimici liquidi (equipaggiamento tipo 6 e tipo PB [6]
La norma specifica i requisiti minimi per gli indumenti di protezione chimica ad uso limitato e riutilizzabili che offrono una protezione limitata. Gli indumenti di protezione chimica che offrono una protezione limitata sono destinati ad essere utilizzati nei casi di potenziale esposizione a spruzzi leggeri, aerosol liquidi, o a bassa pressione, piccoli schizzi, contro i quali non è richiesta una barriera completa contro la permeazione dei liquidi (a livello molecolare). La norma prevede prove meccaniche sui materiali e prove di repellenza e impermeabilità contro soluzioni acide e idrocarburi liquidi. La protezione si ottiene applicando dei prodotti chimici sui materiali utilizzati oppure utilizzando dei materiali impermeabili. La protezione può essere ripristinata durante i lavaggi.
IEC 61482-2:2018 - NORMA EUROPEA. Indumenti di protezione. Indumenti per la protezione contro il pericolo causato da un arco elettrico
Questa norma consente di valutare il livello di prestazioni degli indumenti di protezione contro i pericoli legati ad un arco elettrico. La persona munita di indumenti di protezione conformi alla norma IEC 61482-2:2018 è protetta qualora apparisse un arco elettrico in un impianto elettrico in seguito ad una perturbazione (per esempio un cortocircuito). Un arco elettrico corrisponde ad un fulmine che scoppia in un impianto elettrico e che può provocare gravi ustioni, accecamento o addirittura a morte. Le prestazioni della norma IEC 61482-2:2018 sono ripartite nelle due seguenti classi:
Classe 1: Prestazioni di protezione efficace contro un arco elettrico di 4KA
Classe 2: Prestazioni di protezione efficace contro un arco elettrico di 7KA
Classe 1: Prestazioni di protezione efficace contro un arco elettrico di 4KA
Classe 2: Prestazioni di protezione efficace contro un arco elettrico di 7KA
CALZATURE DI SICUREZZA
NORMA UNI EN ISO 20344
Requisiti e metodi di prova per calzature di sicurezza calzature di protezione e calzature da lavoro per uso professionale.
NORMA UNI EN ISO 20345
SPECIFICHE PER CALZATURE DI SICUREZZA PER USO PROFESSIONALE:
CALZATURE DOTATE DI PUNTALE 200 J.
CALZATURE DOTATE DI PUNTALE 200 J.
NORMA UNI EN ISO 20346:2014
SPECIFICHE PER CALZATURE DI SICUREZZA PER USO PROFESSIONALE:
CALZATURE DOTATE DI PUNTALE 100 J.
CALZATURE DOTATE DI PUNTALE 100 J.
NORMA UNI EN ISO 20347
SPECIFICHE PER CALZATURE DI SICUREZZA PER USO PROFESSIONALE:
CALZATURE NON DOTATE DI SPECIALI PROTEZIONI DELLE DITA DEL PIEDE.
CALZATURE NON DOTATE DI SPECIALI PROTEZIONI DELLE DITA DEL PIEDE.
ROOF GRIP UNI 11583:2015
Coefficiente d’attrito secondo la prova UNI EN ISO 13287 (coefficiente d’attrito)
SRA = soddisfa i requisiti della condizione con ceramica/soluzione detergente
SRB = soddisfa i requisiti della condizione con acciaio/glicerina
SRC = soddisfa entrambi i requisiti (SRA + SRB)
SRA = soddisfa i requisiti della condizione con ceramica/soluzione detergente
SRB = soddisfa i requisiti della condizione con acciaio/glicerina
SRC = soddisfa entrambi i requisiti (SRA + SRB)
ESD = ELECTROSTATIC DISCHARGE EN ISO 61340-4-3:2001 (IEC61340 4-3:2001)
Le calzature ESD servono a dissipare a terra la tensione elettrostatica accumulata nel corpo umano. Il grado di antistaticità di una calzatura viene definito attraverso la resistenza elettrica ( Ω Ohm). La carica elettrica si può formare per sfregamento e separazione tra due corpi differenti quali: calpestio su pavimenti sintetici, sfregamento di indumenti sintetici, spostamento di contenitori di plastica, ecc.
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Lo staff avrà cura di riconttattarvi entro 48 ore.
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